2019. Lo streaming è l’80% del mercato USA.

Fu quarant’anni fa, il primo di luglio del 1979, che Sony commercializzò per la prima volta il suo Walkman, il primo grande strumento di diffusione di massa della musica, la grande novità del Walkman fu la trasformazione del consumo della musica che avviene sempre più in una dimensione isolata, attenta.

L’iPod invece presentato sul mercato da Apple il 23 ottobre 2001 è un lettore di musica digitale basato su Hard Disk  e memoria flash, sempre Apple nel 2007 presentò e mise in vendita il primo iPhone con multi/touch, tale prodotto ha conferito notevole impulso al commercio degli smartphone, e ha favorito la nascita della concorrenza.

La diffusione degli smartphone è stata fondamentale per la trasformazione della musica: in 10 anni la riproduzione tramite internet valeva il 7% del mercato, nella prima metà del 2019 lo streaming vale l’80% dell’intero mercato statunitense, i dati arrivano direttamente dalla RIAA, Recording Industry Association of America, organizzazione che rappresenta le più importanti società del settore in USA. Nel 2010 il grosso del fatturato proveniva dalla vendita dei supporti fisici per il 52% e poi anche dai download digitali con il 38%, segmento dominato da Apple con iTunes. Oltre agli smartphone, al successo che ha portato lo streaming all’80% del mercato, viene indicata la maggior facilità d’uso rispetto all’acquisto di album digitali e il trasferimento di file MP3 su smartphone. Nel giro di 10 anni sia le vendite dei supporti fisici che le vendite di musica digitale sono entrambe scese al 9% del mercato. Nel decennio che ha cambiato tutto nella musica, le vendite di dischi in vinile sono tornate a crescere.

Tutto, però, è ancora in divenire. Se i servizi di musica in streaming sono i protagonisti di oggi, quelli del domani sono ancora tutti da definire. E anche se si sta assistendo a un ritorno di fiamma per i vinile, è improbabile che dalla musica totalmente dematerializzata si torni verso il collezionismo di supporti fisici. Più probabile, invece, che servizi come YouTube contendano la scena ai vari Deezer e Spotify etcc.

E allora, la domanda è: Dove sono finiti gli amanti della musica? Quelli che, contano i giorni prima dell’uscita di un album. Quelli che, si incontrano con un amico per ascoltare insieme, traccia dopo traccia, l’ultimo CD/LP della band preferita. Quelli che, si ascolta un po’ di musica, e niente altro. Indubbiamente, i veri appassionati non smettono di frequentare teatri, di andare ai concerti o perfino di seguire interi tour, ma è innegabile come la fruizione della musica si sia evoluta.